Economia circolare e blue economy

Quando parliamo di economia circolare e blue economy, ci riferiamo anche a come innovare con l’intelligenza artificiale e l’IoT negli ambiti legati ai nostri mari e oceani. Oggi le applicazioni e le nuove opportunità sono in costante evoluzione: vediamo di capire qualcosa in più.

Indice

Economia circolare e blue economy: partiamo dall’inizio

L’utilità dell’intelligenza artificiale e IoT per rendere più sostenibile l’economia circolare e la blue economy è già nota. E non solo: l’applicazione delle tecniche AI può offrire nuove opportunità economiche, mobilitando le aziende innovative più attente all’ambiente.

Gli oceani, infatti, ricoprono 3/4 della superficie terrestre, e da solo il plancton produce circa il 50-80% dell’ossigeno presente sul pianeta. Da mari e oceani si ricava cibo che sta alla base della dieta di circa 3 mld di persone. Per questo, oltre 1/3 della popolazione globale vive entro 100 km dalla costa.

Questo significa produzione, commercio, industrie e l’ampliamento del giro d’affari. E le attività legate ai mari portano ricchezza anche in ambito lavoro e occupazione. Non a caso, oggi si stima che l’economia blu valga più di 1.500 miliardi di dollari l’anno su scala globale e che raddoppierà entro il 2030, raggiungendo 3.000 miliardi di dollari.

Un ecosistema sempre più a rischio

Eppure, non trattiamo sempre bene un tesoro così prezioso. L’inquinamento e i cambiamenti climatici, infatti, stanno mettendo in crisi gli ecosistemi. Queste problematiche, unite alla pesca illegale, rischiano di pregiudicare i delicati equilibri di piante e animali acquatici.

Per riequilibrare, almeno parzialmente, una situazione così complessa possono venire in nostro aiuto l’AI e l’IoT. I campi di applicazione nell’economia circolare e blue economy sono numerosi, dal monitoraggio climatico all’esplorazione sottomarina. Vediamo ora cosa sta succedendo dalle nostre parti, e cioè in Europa.

Blue economy in Europa

L’economia circolare e blue economy sono particolarmente importanti per l’Europa. Secondo il report dedicato della Commissione Europea, infatti, i mari generano un fatturato di circa 667,2 mld di euro e 183,9 mld di euro come valore aggiunto lordo. Rispetto agli USA, l’UE pesa quasi il doppio. I settori più importanti includono la pesca, la costruzione e riparazione navale, le attività portuali, il trasporto e il turismo.

Inoltre, sono sempre più rilevanti i settori innovativi che includono energia rinnovabile, biotecnologie acquatiche, desalinizzazione, difesa marittima, sicurezza e sorveglianza, ricerca e infrastrutture.

Ottimizzare la blue growth

Per sostenere questo comparto, utilizzando in modo sostenibile il potenziale economico dei mari, nel 2019 l’UE ha avviato una strategia denominata “Blue Growth“. Focalizzata su innovazione, investimenti e creazione di posti di lavoro, promuove la collaborazione tra la ricerca e lo sviluppo tecnologico.

In tal senso, l’AI e l’IoT potrebbero essere impiegate per ottimizzare la gestione degli oceani, migliorando la sostenibilità in questo settore. Lo ha evidenziato il report Blue Economy and Blue Growth 2023 curato dall’INTEC con Minsait. Vediamo insieme, quindi, alcune delle tendenze più importanti nell’uso dell’intelligenza artificiale e IoT per la blue economy.

IoT per la blue economy

Nell’ambito della cosiddetta “blue growth”, l’intelligenza artificiale e l’IoT possono aiutare a gestire meglio i tesori dei fondali. L’AI viene utilizzata per finalità tra cui la pesca, l’acquacoltura e la biodiversità, consentendo la comprensione e gestione di queste risorse.

Inoltre, la pesca e l’acquacoltura sono tra gli aspetti più importanti dell’economia blu. I prodotti generati ammontano a 214 mln di tonnellate, garantendo profitti per circa 151 mld di dollari e dando lavoro a circa 58,5 mln di persone nel mondo.

AI e IoT vengono applicati anche per ottimizzare le operazioni di acquacoltura. La produzione, il monitoraggio e il controllo dei parametri (alimentazione, qualità dell’acqua e salute dei pesci) vengono gestiti meglio per migliorare l’efficienza dell’acquacoltura e ridurre l’impatto ambientale.

Altre applicazioni

L’intelligenza artificiale e il machine learning sono utilizzabili anche per prevedere le condizioni oceaniche e climatiche, anche per conoscere le correnti oceaniche e i cambiamenti del livello del mare.

Anche la ricerca e l’esplorazione subacquea sono molto interessanti per raccogliere dati in ambienti difficili. Veicoli sottomarini autonomi e sistemi AI possono analizzare immagini e dati per identificare specie marine, studiare ecosistemi e scoprire nuove risorse.

La robotica connessa all’AI è tra gli sviluppi più interessanti. I robot sottomarini vengono utilizzati anche per ricerche scientifiche, esplorazione di petrolio e gas, sorveglianza delle frontiere. La crescita delle prospettive d’impiego è confermata dalle stime di crescita della robotica subacquea. E il valore di questo settore, secondo il Blue Economy UE Observatory, dovrebbe passare da 2.685 mld di dollari (2020) a 6.719 mld di dollari nel 2028.

Economia circolare e blue economy

La blue economy del futuro: startup e innovazione

Le applicazioni AI sono utilizzate da varie startup per unire l’innovazione tecnologica alla sostenibilità. Esse si concentrano in settori quali l’acquacoltura, la pesca sostenibile, le biotecnologie marine, l’energia rinnovabile marina e il monitoraggio dell’ambiente marino.

Anche in questo senso l’Europa è leader in termini di imprese innovative per la blue economy, poiché detiene il 39% della quota mondiale e produce il maggior numero di operazioni in fase iniziale.

L’innovazione in Italia e in Europa

Tra le varie startup innovative emerse negli ultimi anni è da notare la deep-tech italiana Wsense, nata presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Un progetto vincitore del Blueinvest Award della Commissione Europea per l’osservazione, la raccolta e l’analisi di dati marini.

WSense si definisce “pioniera delle reti wireless sottomarine e dell’Internet of Underwater Things”. Infatti, detiene una tecnologia per acque profonde con cui può “implementare e gestire un’infrastruttura Internet sottomarina senza fili fino a 3.000 m di profondità di sistemi che non impattano sui fondali”.

E tra le startup europee di rilievo c’è anche la Blue Ocean Seismic Services, che ha sviluppato nodi sottomarini non impattanti per raccogliere dati di alta qualità dai fondali. Strumenti fondamentali per sviluppare parchi eolici offshore, cattura e stoccaggio del carbonio.

In conclusione

Anche a livello internazionale l’innovazione non si ferma. In particolare, è da notare anche Aquabyte, società che impiega l’intelligenza artificiale e la computer vision per l’acquacoltura. E poi c’è Blue Robo0cs, una società che sviluppa sottomarini senza pilota. Insomma, gli ambiti di applicazione per l’intelligenza artificiale e l’IoT sono sempre più numerosi e le aziende sempre più orientate a innovare in ottica di sostenibilità.

Se sei interessato all’argomento, e per approfondire, visita questa pagina.